Her visual story, wrap up and considerations for the next edition

L’Evento: Her| Visual |Story 

HER | Visual | STORY è un evento digitale concluso a Novembre 2020,  ideato e realizzato in collaborazione con femLENS. Il titolo  prende spunto dal progetto “Herstory”-  ideato da Alice Wroe – che usa l’arte femminista e le pratiche partecipative per coinvolgere persone di tutti i sessi con la storia delle donne, rivalutando il modo in cui la storia è convenzionalmente presentata, plasmata e condivisa. 

L’evento, durato dal 25 al 28 Novembre, ha avuto come tema centrale “Spazi e Rappresentazione”, con una totale immersione nei temi dell’uguaglianza digitale e dell’alfabetizzazione visiva. Il programma, accompagnato da tantissimo materiale da consultare e scaricare gratuitamente disponibile QUI. , ha coinvolto donne di diversi livelli dell’industria fotografica, dalƏ  allƏ attivistƏ.

L’obiettivo che ci eravamo posti era di dare vita a un festival online che mettesse in contatto donne di diversa estrazione socioculturale con l’intento di condividere skills, esporre storie spesso scomode e proporre nuovi metodi di collaborazione, confronto ed azione artivista. 

Gli organizzatori – perché femLENS

femLENS è un associazione no-profit che da anni educa e da strumenti alle donne di tutto il mondo allo scopo di   dar  loro voce per raccontare e documentare se stesse  e le comunità attraverso la narrazione  fotografica. FemLENS insegna fotografia documentaristica a donne di diversa estrazione culturale ed economica promuovendo la partecipazione delle donne allo scopo dii proporre una narrazione non stereotipata dell’esperienza delle donne nel mondo,lavorando in special modo sulla questione di classe ed economica che troppo spesso é il bias principale nelle narrazioni. . 

Ideare questo progetto insieme al team di femLENS, con cui condividiamo la dedizione per per fornire alle donne strumenti per rappresentarsi e sostenere il diritto all’auto determinazione usando strumenti culturali per prendere parte diretta al discorso culturale, non poteva che cadere il 25 Novembre durante l’“International Day for the Elimination of Violence against Women”. Proprio in questo giorno Alice diventa  ambassador ufficiale di femLENS a Londra ed in Italia, co-organizzando e co-curando l’evento  HER| visual| STORY

Qualche dato

A causa della pandemia, l’evento si è svolto online trasformandosi in un occasione per accorciare le distanze e creare relazioni da portare poi offline o in ibrido non appena possibile, idealmente . Stiamo lavorando, infatti, ad un nuovo evento. Se vuoi ospitarci/sostenerci mettiti in contatto con finternationalgirlsinthearts@gmail.com

Dati: 121 persone  hanno fatto il sign up all’evento sulla piattaforma con 836 biglietti prenotati. Ogni giorno le partecipanti reali sono state circa dalle 20 alle 40 persone provenienti da Europa, Asia, Africa, Sud e Centro America. 
Da queste giornate é nato un canale in continua espansione su Discord che da la possibilitá di continuare la dicussione, promuovere azioni, eventi, supportare il lavoro individuale e promuovere quello collettivo lasciando aperta la comunicazione tra persone da tutto il mondo.

Le giornate

L’evento si è aperto nella prima giornata con una mostra online fotografica delle donne rifugiate che hanno partecipato al workshop femLENS, un archivio fotografico unico e prezioso, una premessa necessaria per iniziare la conversazione. A seguire, una discussione sull’importanza della fotografia proveniente da donne con diversi background operanti nei settori creativo, artistico e culturale, ma anche di cercare insieme risposte tattiche e pratiche su fotografia, storytelling, scrittura e cultura di internet.

Abbiamo ritenuto necessario riunire donne provenienti da diversi Paesi e con diversi background sfidando l’intera situazione attuale; abbiamo costruito un programma inclusivo e accessibile per riunire donne provenienti da diversi livelli dell’industria fotografica, creative, attiviste, comunità di donne e ragazze che usano e “consumano” immagini ogni giorno.

 Questo ha permesso non solo un dialogo aperto tra fotografe con diversi background culturali e linguistici, ma ha permesso alle partecipanti di prendere parte alla discussione espandendo i punti di vista e mettere in luce criticitá e possibili soluzioni. 


Il secondo giorno sono stati presentati due workshop. Nel primo Jekaterina Saveljeva ha trattato un laboratorio di narrazione visiva concentrandosi su come trovare una tematica e come sviluppare una storia fotografica. Il secondo workshop “Disentangling inequality”, ideato da MAI Feminism, Feminism and Visual Culture, era invece focalizzato sull’esplorazione collettivo del problema della disuguaglianza strutturale nell’accesso alle risorse e piattaforme. Oltre a una valida dimostrazione del problema, sono state proposte anche soluzioni che vi invitiamo a scoprire visionando il video linkato più sotto.

La terza giornata è stata quella più vicina alle tematiche digitali, andando a toccare numerosi aspetti fra cui “Digital Equality”, un learning talk organizzato da Chiara Ludolini del Manchester Museum, “Cyber security and safety” di Giuliana Sorci (Universitá di Catania) e per ultimo talk  “Caring for the planet while creating feminist Internet” organizzato da Vesna Manojlovic (RIPE NCC). La terza giornata ha visto inoltre, oltre ai tre momenti di dialogo, un writing workshop portato avanti da Mai’a Williams.  

La quarta giornata, l’ultima, è stata forse una delle più movimentate, completamente incentrata sulle piattaforme comunitarie – spazi digitali, spazi fisici, spazi stampati e piattaforme come spazi di protesta. Il discorso é stato particolarmente interessante grazie agli interventi di Polly Irungu e Anne Nwakalor, fondatrici  rispettivamente di “Black Women Photographers”(smonta l’idea che sia difficile scoprire e commissionare lavori fotografici a donne africane e afrodiscendenti) e  nowahalamag.com (una delle prime riviste africane di fotografia contemporanea che promuove storie visive autentiche di creativi africani)

The outcome

Nel complesso HER | Visual | STORY è stato un festival degno del suo nome. L’intento di creare connessioni, di aprire il dialogo su aspetti dedicati allo spazio e alla rappresentazione e la pratica partecipative sono state recepite in pieno con la massima soddisfazione.

L’evento, oltre a rappresentare un vero e proprio atto di riappropriazione e rivendicazione della produzione artistica, etica,  estetica e della storia narrata delle donne, ha rappresentato una vera e propria “call to action” sfidando le questioni di classe basate su una narrazione bianca occidentale e privilegiata a senso unico e la sotto-rappresentazione delle donne in ambito  di attivismo artistico/culturale. . 

É stato un onore per me lavorare a questo festival. Non é stato semplice e ancor piú complicata é l’idea di riproporlo a causa del poco o nullo interesse delle CCI (creative and cultural industries): nonostante la tensione verso il cambiamento, c’é ancora molto lavoro da fare.